lunedì 26 maggio 2014

Tu che abiti le mie attese

Mi è concesso, dopo tanto tempo, di tornare a sperimentare cosa sia l'attesa, quella vera, quella che ti separa da qualcosa che cerchi con fatica, che desideri.
Attesa e desiderio, due concetti che spesso, quasi sempre, si sovrappongono nel nostro pensiero e che a ben guardare si completano a vicenda. L'attesa indica l'azione, il desiderio la direzione. Quando viviamo nell'attesa del compimento di un desiderio ci "protendiamo verso" (ad-tendere) di questo e la direzione del desiderio è una sola: il cielo, dove risiedono le stelle (sidera).
Il cammino tra l'attesa e il desiderio, o al contrario tra il desiderio e l'attesa del suo compimento, è lastricato di speranza. E' la speranza che nutre il desiderio e riempie l'attesa impedendole di trasformarsi in spazio vuoto, di rassegnazione.
La speranza alle volte è un pensiero, altre un fantasma, per me una persona, l'unica in grado di abitare le mie attese senza impossessarsene, senza violarle, senza deprimerle.
Ecco dove mi trovo: in quel cammino illuminato dalla speranza in cui attesa e desiderio sono destinati a ricongiungersi.
Su questo cammino mi capita spesso di incontrare persone che la speranza non l'hanno mai sperimentata e, ancor peggio, che credono di non avere le condizioni per sperimentarla. Ma la cosa più vera della speranza è proprio la sua capacità di esistere al di là delle condizioni oggettive,  perché si nutre di quella tensione verso il cielo che si consuma tra l'attesa e il desiderio.
Mi viene allora naturale pensare che chi non spera in realtà vive due possibili negazioni: questi o nega a se stesso la possibilità di desiderare, di alzare lo sguardo, di osare una prospettiva, o rinuncia al tempo indecifrabile dell'attesa pur di poter afferrare quel minuscolo pezzo di realtà che gli è dato di conoscere e controllare nell'oggi.
Quanto spreco, mi viene da dire!Come si può rinunciare al gusto intenso dell'attesa, che ti percorrere la schiena e ti risale nelle vene, che ti illumina gli occhi e ti scalda le parole?Come poter vivere una vita  senza aver mai respirato l'odore penetrante dei desideri?
Un augurio, quindi, sorge spontaneo e si fa preghiera: possa ognuno di voi avere qualcosa da desiderare, qualcosa da attendere, qualcosa per cui sperare!