venerdì 4 settembre 2015

La non appartenenza del dono

Il donarsi è uno spazio di "non appartenenza reciproca".
Il dono, una volta divenuto tale, non appartiene più a colui che l'ha donato, ma non appartiene mai del tutto neanche a colui che l'ha ricevuto. E' il privilegio del dono che in quanto gesto libero d'amore esige eguale libertà e rifiuta ogni proprietà.
In quel non essere di alcuno sta il suo essere per l'altro.

La fatica del dono è sempre  nella sua "non appartenenza", quale che ne sia l'oggetto. Pretendiamo di avere titolo su ciò che da noi proviene: un regalo, una parola, uno spazio, un tempo.
Continuiamo a mettere la parola "mio" davanti a quello che pur vorremmo donare: manteniamo la presa, vi incidiamo le nostre iniziali. Non c'è verità in questo dono.

Se l'oggetto del dono siamo noi stessi la "non appartenenza" che esso pretende inevitabilmente lacera.
Siamo nostri e non lo siamo più. Siamo noi ma lo siamo nell'altro.
Ci diamo e per darci scompariamo.

Nell'amore lo scomparire riguarda entrambi,per non essere somma ma unità.
Non è mai rinuncia del sè ma pienezza del noi.
E' il mistero di due che si fanno uno, unica via dell'amore fatto in due.